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Il Coordinatore genitoriale: perché aiuta i figli di coppie non mediabili?

Scegliere la scuola o lo sport cui iscrivere il figlio, fargli frequentare o meno la dottrina religiosa o le lezioni di recupero scolastico, gestire e organizzare gli orari e le dotazioni di vestiario nel riconsegnare il minore all’altro genitore e financo decidere la dieta vegetariana o meno del bambino.  

Sono decisioni “minori”, ma da prendere spesso e con tempestività, e che implicano che i genitori separati, divorziati o comunque che hanno cessato la convivenza, debbano discutere tra loro e scegliere per il minore.
Sovente tuttavia accade che la conflittualità tra i genitori separati sia talmente elevata che essi sono distratti dal mantenere il focus sui figli e addirittura adottino condotte tali da danneggiare i minori stessi.
A tutela dei minori e nelle coppie genitoriali non mediabili da alcuni anni è stata introdotta la figura del Coordinatore Genitoriale.

Egli è individuato in un Avvocato o Psicologo, professionista esperto e formato in ambiti psico-giuridici, che aiuta i genitori confliggenti ad adottare tutte quelle decisioni “minori” in merito alla vita dei bambini che loro non riescono a assumere autonomamente per impossibilità di dialogo.
Il Coordinatore opera tendenzialmente attraverso “raccomandazioni” ai genitori, può ascoltare il minore sui suoi bisogni, ma in taluni casi ha anche il potere di decidere direttamente nell’interesse del minore per evitare scadenze dei termini e pregiudizi ulteriori ed imminenti al bambino.
Egli periodicamente relaziona il Giudice circa l’andamento della procedura, avendo il potere di intervenire anche anticipatamente con precise e urgenti segnalazioni qualora ravvisi evidenti pericoli per il minore che rendano necessario un intervento giudiziale immediato.

Alcuni ritengono che il Coordinatore sia un ausiliario del Giudice, altri che sia un mero mandatario delle parti.
In ogni caso è una figura che può essere nominata sia nel corso di un procedimento giudiziario che al termine dello stesso, o scelta volontariamente dai genitori, dopo che sono stati emessi i provvedimenti “principali” sull’affidamento, collocamento e tempi di permanenza presso ciascun genitore e per un tempo determinato aiuta i genitori a dare concreta e corretta attuazione alle prescrizioni che riguardano i figli.