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L'Italia tutela le donne vittima di violenza domestica?

CONDANNATA l'Italia più volte dalla Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo per aver violato l’articolo 8 della Convenzione (DIRITTO al RISPETTO della VITA PRIVATA e FAMILIARE) e per NON AVER PROTETTO i FIGLI MINORENNI
 
  • COSTRINGENDO per 3 anni i minori ad INCONTRARE il padre accusato di maltrattamenti, tossicodipendenza e alcoolismo e nonostante lo stesso continuasse nelle violenze e minacce durante gli incontri protetti disposti dal Tribunale.
    I MINORI NON sono stati PROTETTI.
    La moglie si era opposta agli incontri dei figli con il padre e all’affidamento condiviso ed era stata definita ‘genitore non collaborativo' e quindi ‘madre inadatta' tanto da sospendere la responsabilità genitoriale.

    La Corte EDU ha invece riconosciuto che il comportamento protettivo della madre era l’unica modalità adeguata a tutelare il minore,
     
  • non PROTEGGENDO una DONNA DALL'EX MARITO VIOLENTO e cosi sottoponendola a un 'trattamento inumano e degradente'.
    Tra il 2015 e il 2019 aveva denunciato 7 volte il marito per averla MINACCIATA di morte, colpita con un casco, averle messo telecamere in casa, perseguitata, seguita e MOLESTATA, per non aver pagato gli alimenti e aver maltrattato i tre figli.
I giudici di Strasburgo condannano l'inerzia dei magistrati stabilendo che l'Italia deve versarle 10 mila euro per danni morali.
Nonostante i rapporti dei Carabinieri, dell'ospedale e dei servizi sociali, i magistrati italiani NON hanno preso INIZIATIVE per rispondere alle denunce della donna e si era creata "un'impunità" per l'ex marito,
 
  • non effettuando una valutazione IMMEDIATA del RISCHIO di una REITERAZIONE della VIOLENZA e non adottando misure operative preventive a mitigare quel rischio, tanto che nessuna misura era stata adottata dalle autorità per 13 mesi.
    Vi erano segnali di un’escalation del comportamento violento dell’uomo ma non erano stati adeguatamente valutati ne' tempestivamente presi in considerazione i rischi per la donna,
     
  • giudicando con ritardo l'uomo tanto che quasi tutti i procedimenti si concludevano con ASSOLUZIONE per PRESCRIZIONE.
    A parere della Corte di Strasburgo le autorità italiane non si erano attivate prontamente ed efficacemente per proteggere la donna.
    Non può dirsi sussistente una protezione efficace contro i maltrattamenti e la violenza domestica nel momento in cui il procedimento penale si conclude prescrizione per l’inattività giudiziaria.


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